Vestito di nuovo.

Un impianto produttivo a Bellante in Abruzzo si presenta in una veste nuova e inusuale per edifici del suo genere; una pelle in laterizio fissato meccanicamente alla facciata e un impianto semplice e lineare.

Angelo Bugatti (con la collaborazione di Aurelia Barone)

Una pelle, o per meglio dire un tessuto, così appare il rivestimento che si stende con trame diverse, sulle pareti del volume del nuovo impianto produttivo abruzzese, ricoprendo indistintamente parti cieche e aperture ma con un effetto di trasparenza e opacità giocato tutto su un unico materiale il laterizio che qui conferma la sua duttilità ad essere impiegato in vari modi e che conferisce al volume una forte connotazione architettonica e un carattere deciso. Gli elementi in metallo che distinguono sporgenze e parti tecniche, il cemento a vista che riemerge laddove l’involucro si dirada, il modulo del laterizio ripetuto infinite volte su tutte le superfici rendendo i prospetti ordinati, fanno si che questi si presentino come efficienti mezzi di diffusione di un messaggio: l’intenzione di cambiare il modo di “pensare” l’edilizia produttiva.
Infatti la progettazione di un edificio produttivo un tempo curata e attenta al fine di dare esempi, quelli di fine ottocento, unici nel loro genere e ancora ben presenti nella memoria collettiva come per esempio l’impianto Campari a Sesto San Giovanni, il Molino Stucky a Venezia, o l’intero insieme delle Docklands londinesi, tutti vanto delle città perché indice di ricchezza e progresso, oggi piacevole ricordo del passato, cede in tempi recenti il passo alla prefabbricazione edilizia e all’impoverimento del linguaggio compositivo a vantaggio del massimo sfruttamento di suolo edificabile al minor costo.
Gli edifici industriali insomma, e di conseguenza anche le aree di loro maggiore concentrazione, perdono identità e carattere, diventando un insieme disomogeneo di volumi anonimi che certo non contribuiscono a dare un immagine rappresentativa alla produzione.
Il nuovo opificio di Bellante, in Abruzzo, con il suo “look” innovativo, ma senza eccessi, cerca di recuperare l’antico tema della progettazione degli impianti produttivi. Il lotto, un rettangolo di 1400 mq, si estende lungo l’asse di collegamento Teramo-Giulianova a confine con le Marche, compreso, tra campagna e aree produttive di nuova espansione.
L’edificio è destinato ad accogliere dei locali adibiti a laboratorio, posti al piano terreno, per la produzione di sigillanti per il settore edile ed è prevista anche la lavorazione di vetri artistici. Al primo piano sono ubicati i magazzini serviti da un montacarichi posto sul lato sud in modo da essere facilmente raggiungibile sia dall’esterno che dall’interno, infine al piano secondo, l’ultimo si trova l’alloggio, da 81.00 mq, del custode. L’impianto, con orientamento est-ovest, è di forma rettangolare con il lato est prospiciente la strada statale, e stato organizzato planimetricamente in tre fasce funzionali ognuna delle quali è dotata di ingresso indipendente. La prima fascia a est è occupata da un ufficio, per gli addetti amministrativi, con disimpegno, servizio e un piccolo ufficio/bollettario; la scala di accesso ai piani superiori e l’ingresso degli addetti con relativi servizi e spogliatoi, questi ultimi sono suddivisi in uomini e donne e provvisti di doccia.
La sistemazione esterna prevede un parcheggio di 12 posti auto, per l’attività di produzione e mq 172 di parcheggio a servizio del custode secondo la L. n° 122/89, ed infine una superficie di 88 mq destinata a verde.
In sezione l’edificio raggiunge un’altezza massima di 9 m in corrispondenza della parte di laboratorio, presenta una struttura portante formata da un’orditura regolare di pilastri e travi in c.a. su cui sono montati solai in latero-cemento o dove necessario solette in c.a. nervate.
Le tamponature sono in muratura di laterizio rivestite con materiale lapideo o blocchetti in graniglia, la parte superiore della chiusura verticale del capannone è invece rivestita da frangisole in lamiera zincata chiusi verso l’interno da pannelli del tipo sandwich. Infine la copertura del capannone è costituita da un impalcato a doppia falda in c.a..
Il disegno delle facciate riprende l’organizzazione a fasce della planimetria che viene accentuata ancora di più dal materiale utilizzato il laterizio fissato con metodo meccanico alle pareti e che permette di creare delle vere e proprie trame.
Gli elementi in cotto utilizzati per il rivestimento hanno le dimensioni di 50cmx25cmx5cm con finitura superficiale Litos. Questi sono montati con giunti aperti di due centimetri che permettono di creare tra la parete perimetrale dell’edificio e il paramento esterno un’intercapedine di aria che per depressione provoca un flusso ascensionale che permette di controllare i fenomeni di umidità.
Ogni estruso in cotto presenta tre fori di alleggerimento passanti per tutta la loro lunghezza. Per mezzo di boccali in PVC con perno in acciaio inox vengono fissati a degli speciali montanti imbullonati a guide-sostegno verticali anch’esse in acciaio AISI 304 posti ad interasse di circa 50 cm che a loro volta sono imbullonati alla parete dell’edificio. Il paramento in cotto viene poi lavato con detergente acido decalcarizzante per rimuovere efflorescenze e trattato con impregnante a base di microemulsione silossanica.
Si tratta, quindi, particolari pareti ventilate, gradevoli d’aspetto e con in più il vantaggio di prestarsi alla creazione di parti frangisole e parti chiuse, riuscendo quindi a creare delle superfici meno rigide e fredde di quelle tradizionali. Un nuovo modo di disegnare le facciate di cui ci ha dato esempio analogo anche Renzo Piano a Parigi, Genova e Berlino.

Angelo Bugatti (con la collaborazione di Aurelia Barone)

TUTTI I DATI

Committente: Racotek s.r.l. – Bellante (Teramo). Progetto Architettonico:
Arch. Giovanni Vaccarini
ESA Studio

Collaboratori:
Arch. Alterio Cascioli
Arch. Alessandro Tursi

Progetto strutture ed impianti:
Ing. Antonio Giorgini

Impresa generale:
Sannini Impruneta s.p.a.

Strutture prefabbricate:
Sicap s.p.a.

Opere edili:
Impresa Piccioni Antonio

Posa Pareti ventilate:
Impresa Sterlicchi Nicola

Sup. lotto: 1400 mq

Sup. coperta: 522 mq

Tempi di realizzazione:
marzo 1999 – maggio 2000.