Relazione concorso di idee per la riqualificazione del sistema urbano comprendente piazza del Popolo, via matteotti, via 4 novembre, piazza 28 aprile, corte bassa del castello e parco vasca a Somaglia (Lo)
E’ difficile descrivere un progetto in poche parole, perché difficile è spiegarne e chiarirne sensazioni, relazioni e dettagli. La prima immagine che colpisce entrando a Somaglia e percorrendo la strada principale di accesso al centro storico, Via Matteotti, è la Chiesa. Avvicinandosi il cono ottico di via Matteotti si apre abbracciando il castello che si erge più in alto su una piccola collinetta. E’ proprio sul dialogo attualmente inesistente di questi tre elementi, il castello, la chiesa ed il verde, che trova spunto il progetto di riqualificazione. Il progetto crea un legame tra le due emergenze storiche attraverso i segni che si identificano di volta in volta nella curva di una rampa, nelle linee di una pavimentazione, nella composizione del verde. Tali segni traducono in realtà la convinzione che lo spazio connettivo tra gli elementi di un centro abitato non deve essere solo uno spazio di risulta ma il luogo degli incontri, del relax, del gioco, dove si incrociano colori, sensazioni, profumi. La città vista attraverso i segni che ci guidano verso una direzione, ci rivelano funzioni e forme. Il primo è il ridisegno delle aree pedonali e carrabili che si realizza scegliendo di utilizzare per queste aree una pavimentazione unica, mentre la rifunzionalizzazione delle zone di collegamento ad esse adiacenti crea una sorta di griglia di raccordo tra i singoli elementi che riordina, valorizzandolo, il sistema storico Castello-Chiesa. I materiali impiegati nel ridisegno della pavimentazione sono la beola bianca in lastre posate a correre per le parti pedonali con inserti di rizzata e pietra di Verona, pietra di Luserna in lastre, invece, per la pavimentazione dei percorsi carrabili. I materiali previsti vogliono, senza forzature o ripetizioni, creare un riferimento cromatico a quelli utilizzati dai due futuri progetti delle aree Ex Cinema Astra e via Manzoni-Dante-Salvatori. I percorsi sono stati ristrutturati in modo da privilegiare l’utilizzo ciclo-pedonale adeguando la dimensione dei marciapiedi, trovando lo spazio per le piste ciclabili e soprattutto limitando il transito ai soli mezzi pubblici nella porzione di via Matteotti che congiunge il Municipio a Piazza del Popolo e proseguendo in via Salita della Chiesa. Le forme delle aree a contorno dei due edifici storici sono state coerentizzate con il contesto. Il secondo segno è la nuova forma di piazza del popolo. La piazza è da sempre considerata "il salotto delle città" ed è per questo che Piazza del Popolo, attualmente inesistente dal punto di vista compositivo e funzionale, è stata ampliata eliminando i parcheggi. Si sono create al suo interno, delle aree di sosta per la conversazione, identificate dalla presenza di ampie sedute e dal cambio di pavimentazione, a formare quasi dei tappeti, che conferiscono a queste zone della piazza un’atmosfera più raccolta. Il fronte della Chiesa è stato posto in risalto da un filare di alberi, prunus serrulata, posto su un lato, che nelle varie stagioni alterneranno ombra, colori e profumi. L’asse Piazza del Popolo-Castello è stato ricalibrato e rifunzionalizzato creando anche in Piazza 28 Aprile spazi pedonali per la sosta e il relax. E’ qui che trova una collocazione più adeguata il Monumento ai Caduti. Tre aste per bandiera all’inizio della piazza segneranno la presenza del monumento e il punto di accesso al Castello, mentre tre alberi di prunus serrulata, come quelli di Piazza del Popolo, sotto cui sono previste tre sedute in legno, permettono di godere dell’atmosfera raccolta di questa piazza, senza nascondere la presenza delle Mura Spagnole sul lato opposto. La corte bassa presenta già un carattere ben definito con una parte pavimentata e una verde. L’intezione è quella di valorizzare la vocazione del luogo arricchendo la parte pavimentata con sedute coerenti con quelle utilizzate negli altri spazi di sosta e rafforzando la presenza di bordi in prato, l’altra parte più verde sarà definita da panche in legno, a circa 40 cm dal suolo, con al centro un gioco di verdi diversi. Questo sistema darà occasione per sedersi e sostare a tutte quelle persone che si apprestano a frequentare il centro di educazione e cultura di nuova costituzione nel Castello. La via IV Novembre, che collega il rocca alla Piazza del Popolo, viene sistemata creando una sola carreggiata a senso unico, affiancata da due ampi marciapiedi: uno, lungo le mura, pavimentato in lastre di beola a correre, l’altro, dalla parte del parco, presenta una pista ciclabile e un’ampia zona pedonale pavimentata fornita di sedute, dove è possibile passeggiare e sostare all’ombra degli alberi. E’ qui inoltre che viene posto il novo accesso al Parco attraverso una rampa pedonale curva il cui imbocco si trova in asse con la Piazza del Popolo. La cerniera che fa da collegamento tra le diverse parti del progetto è il Parco Vasca, esso costituisce il terzo segno che sottolinea il passaggio dalla città alla campagna e unisce la Chiesa al Castello. Poiché il Parco confina a nord con la città e a sud con il verde delle zone agricole si è voluto enfatizzare il progressivo degradare del "costruito" verso il "verde", passando da una parte più pavimentata ad una dominata da un intreccio di piante erbacee diverse. Il parco viene ridefinito mantenendo le quote altimetriche originali e trasformando quello che prima poteva essere un problema, la differenza di quota, in uno degli elementi caratterizzanti del progetto. I dislivelli, infatti, vengono superati attraverso un gioco di gradonate e rampe, le prime sono di due tipi: alcune rivestite in cemento e altre con un bordo di contenimento in cemento sono invece verdi. Il sistema di gradonate offre anche occasione di sedersi per prendere il sole o e per assistere agli spettacoli che si possono organizzare nello spazio antistante. Ai piedi delle gradonate si trova un’area pavimentata in lastre di beola che crea una sorta di teatro all’aperto. La pavimentazione in beola è "animata" in due zone da zampilli che creano due specchi d’acqua raso pavimento che idealmente riflettono la Chiesa e il Castello. Le due fontane così formate non presentano dislivelli e all’occorrenza l’acqua può essere chiusa per dare spazio alle manifestazioni. I due sistemi di gradonate sono raccordati tra di loro da una rampa curva rivestita in doghe di legno che permette un facile accesso anche a chi preferisce non utilizzare le scale. Dal teatro all’aperto partono due percorsi che si adagiano sul prato: il più centrale è composto da lastroni di beola sparsi tra l’erba e conduce, con un andamento curvilineo, a tre pergolati posti sul limite sud del parco, l’altro in legno, costeggia parallelamente la collina del Castello, correndo lungo il filare di alberi esistenti. Il percorso è stato pensato come una "passerella" leggermente sopraelevata dal prato che può essere utilizzato anche per esposizioni e mostre all’aperto. Lungo il percorso, alternate agli alberi esistenti, dei "prismi in legno" con superfici inclinate creano delle sedute, ma anche delle occasioni di gioco per i bambini. L’area attrezzata per i giochi dei bambini è posta, infatti, proprio lungo questa passerella. Nella parte finale del parco il prato lascia il posto ad un gioco di verdi diversi: sambuco, lavanda, margherite, e altri fiori trasformano il parco in orto botanico. Per tutte le aree pedonali la pavimentazione sarà realizzata in lastre di beola a correre con fasce di diversa lunghezza in rizzata. Di fronte alla chiesa e in corrispondenza del monumento ai caduti un "tappeto" rosso di pietra di Verona sottolinea la loro importanza. Nella piazza del popolo, inoltre, in corrispondenza delle sedute è prevista la posa di "tappeti" di pavimentazione in doghe di larice. Rilievo è stato dato anche alle luci notturne: il sistema di illuminazione per gli assi di collegamento sarà differenziato da quello per le piazze. In tutti gli spazi è previsto, in corrispondenza degli alberi, il posizionamento a terra di luci per l’illuminazione delle chiome. Lungo le Mura Spagnole poi piccoli faretti incassati nella pavimentazione alla base delle mura, creano un velo di luce che scivolando sulla loro superficie ne sottolinea forma e decorazioni. In tutto il parco è stata prevista un tipo di luce più soffusa creata attraverso elementi di illuminazione puntuali come segna-passo e linee luminose incassate lungo le gradonate, lungo la passerella in legno e sotto le piastre a questa adiacenti. Infine in via Manzoni all’interno della fascia in rizzata che decora il marciapiede piccoli ciottoli luminosi accompagneranno i pedoni verso l’area di futura costruzione tra via Dante e Via Salvatori. Nel ripercorrere con la mente le sensazioni, i pensieri e le immagini che hanno guidato questo progetto si rafforza la convinzione che "...Alle volte [...] basta uno scorcio che s’apre nel bel mezzo d’un paesaggio incongruo, un affiorare di luci nella nebbia, il dialogo di due passanti che s’incontrano nel viavai, per pensare che partendo di lì metterò assieme pezzo a pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, [...] di segnali che uno manda e non sa chi li raccoglie..." (Italo Calvino, "Le città invisibili") |